“Domenico impara tutto dagli altri, anche l’ansia di
predicare, di cercare Dio..” (A. Potente)
Mi piace di Domenico questo aspetto: la disponibilità ad
imparare dagli altri, che concretamente si è tradotta nella sua vita in un
mettersi in ascolto profondamente delle sofferenze della storia, degli uomini e
delle donne del suo tempo, della Parola di Dio.
Un ascolto che è diventato passione, amore, inquietudine,
itineranza. Per Domenico predicare non è “un lavoro da fare”, un compito da
svolgere, ma è espressione di una vita, uno stile di vita, uno stile sempre
segnato dalla ricerca.. Predicare è cercare Dio che abita nella Storia, nella
vita di ogni giorno e di ogni uomo. Predicare è cercare Dio, solidali con i
luoghi, con le persone, con gli avvenimenti del nostro tempo.
Predicare per Domenico è un cammino esistenziale, dove ha
continuamente bisogno anche della visione degli altri, dei loro pensieri, delle
loro esperienze: spesso sono proprio loro, sono le Scritture, sono le
circostanze, sono gli incontri con alcune persone piuttosto che con altre a
spingerlo, a motivarlo nelle sue scelte. Nelle fonti più antiche, poi, non sono
ricordate “le parole” delle predicazioni di Domenico, ma i suoi gesti: l’aver discusso con un oste per tutta una
notte, l’aver radunato un gruppo di donne che vivessero insieme e accompagnassero
con la preghiera la predicazione, l’aver attraversato le strade della Francia e
dell’Italia con i suoi compagni pregando o parlando di Dio..
Tutta la vita di Domenico è predicazione: predicazione è
essere discepolo, predicazione è comunità
(una comunità di discepoli che creano altri discepoli), predicazione è itineranza,
predicazione è incontro con l’altro, predicazione è ricerca nella storia, nella
cultura, delle tracce del Mistero.
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