Questo Salmo non si differenzia
molto da altri Salmi di angoscia e di speranza, di pianto e fiducia in Dio. Nello
sfondo del Salmo c’è un’esperienza personale, diventando poi la preghiera
esemplare di una limpida fedeltà a Dio. Gli studiosi della forma letteraria del
Salmo 31 (30) riconoscono in esso un insieme di composizioni talvolta un po’
confuse ma che manifestano i sentimenti vissuti dall’orante.
Le immagini di sicurezza e
stabilità che vengono attribuite a Dio, fanno riferimento al pietroso orizzonte
di Gerusalemme: Dio è “fortezza”, “rocca fortificata”, “roccia”… c’è anche un
riferimento al tempio (l’ombra delle ali, splendore del volto, tenda ecc.) che
può essere un accenno al “rifugio” offerto dal tempio, ma soprattutto
rappresenta la grande pace offerta dalla liturgia e dalla preghiera, la
comunione con Dio, la liberazione e la salvezza. La simbologia del Salmo tocca
poi la vita fisica e sociale dell’uomo, nelle difficili circostanze della
malattia e della solitudine.
“Alle tue mani affido il mio
spirito” (v. 6a – Mi affido alle tue mani).
Le mani di Dio sono mani che
creano, che accolgono, proteggono, benedicono, guariscono… l’orante mette nelle
mani di Dio il bene più prezioso che ha, il suo spirito. Nell’invocazione ripetuta
sulla croce, Gesù si rivolge al “Padre”, esprimendo così la certezza che per
lui la morte non è l’ultima realtà, ma che egli attende la vita. Il martire
Stefano inizia la stessa preghiera rivolgendosi al “Signore Gesù”, mostrando
così la continuità e la solidarietà con il Signore nella vita del discepolo
fedele.
Fin dall’antico Israele e tuttora
nella nostra quotidiana preghiera di compieta, questo versetto invita
all’abbandono in Dio nel giungere della notte e del sonno fisico, segno di
un’altra notte e di un altro sonno.
In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso;
per la tua giustizia salvami.
Porgi a me l’orecchio,
vieni presto a liberarmi.
Sii per me la rupe che mi accoglie
La cinta di riparo che mi salva.
Tu sei la mia roccia e il mio
baluardo
per il tuo nome dirigi i miei passi.
Scioglimi dal laccio che mi hanno
teso,
perché sei tu la mia difesa.
Mi affido alle tue mani;
tu mi riscatti, Signore, Dio fedele.
Quanto è grande la tua bontà,
Signore!
La riservi per coloro che ti temono,
ne ricolmi chi in te si rifugia
davanti agli occhi di tutti.
Tu li nascondi al riparo del tuo
volto,
lontano dagli intrighi degli uomini;
li metti al sicuro nella tua tenda,
lontano dalla rissa delle lingue.
Benedetto il Signore,
che ha fatto per me meraviglie di
grazia
in una fortezza inaccessibile.
Io dicevo, nel mio sgomento:
“Sono escluso dalla tua presenza”.
Tu invece hai ascoltato la voce
della mia preghiera
quando a te gridavo aiuto.
Amate il Signore, voi tutti suoi santi;
il Signore protegge i suoi fedeli
e ripaga oltre misura l’orgoglioso
Siate forti, riprendete coraggio
o voi tutti che sperate nel Signore.
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