Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce:
“Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!
A che cosa devo che la madre del mio Signore venga a me?”.
Lc 1,41-43
La visita di Maria ad Elisabetta,
che deriva come conseguenza dal colloquio tra l’angelo Gabriele e Maria, porta
– ancora prima della nascita – ad un incontro, nello Spirito Santo, tra Gesù e
Giovanni, e in questo incontro si rende al contempo evidente anche la
correlazione delle loro missioni: Gesù è il più giovane, Colui che viene dopo. Ma
è la vicinanza di Lui che fa sussultare Giovanni nel grembo materno e colma
Elisabetta di Spirito Santo.
Così appare oggettivamente, già
nei racconti di S. Luca sull’annuncio e sulla nascita, ciò che il Battista
dirà: “Egli è colui del quale ho detto: - Dopo di me viene un uomo che è avanti
a me, perché era prima di me”.
Benedetto XVI, Gesù di Nazaret 1 pag. 35
Nel brano evangelico della visita ad Elisabetta, troviamo il cantico di
Maria, il “Magnificat” che ogni sera viene ripetuto nella preghiera liturgica
del Vespro. E’ un cantico che certamente ha raccolto varie espressioni bibliche
già contenute nei Salmi o in altre composizioni di preghiera che troviamo nella
Sacra Scrittura, ma proprio per questo compendia il grido dell’intera umanità.
Il cantico inizia con quasi un’esplosione di gioia, elevata a nome del
popolo d’Israele a cui viene inviato il Salvatore. E’ un canto di profezia e di
umile ringraziamento a Dio.
Il tenore di questo canto emerge
subito nella prima parola: “L’anima mia magnifica – cioè rende grande – il
Signore”. Rendere Dio grande vuol dire dargli spazio nel mondo, nella propria
vita, lasciarlo entrare nel nostro tempo e nel nostro agire: è questa l’essenza
più profonda della vera preghiera. Dove Dio diventa grande, l’uomo non diventa
piccolo: lì diventa grande anche l’uomo e luminoso il mondo.
Benedetto XVI in un discorso fatto in Baviera nel 2006
Alle parole di Maria il bambino
di Elisabetta viene santificato, Gesù viene nell’a-nima nostra per
santificarci.
P. Giocondo Lorgna
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Signore, insegnami a donarti
ai miei fratelli attraverso il
servizio e la lode.
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Prego la “decina”
del Rosario:
Padre nostro…
Ave Maria…
Gloria al Padre…
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