S, Domenico era
chiamato “uomo evangelico”; chiamato così dagli altri perché tutti
riconoscevano in lui uno che credeva e viveva davvero il Vangelo. Ma il Vangelo
è anzitutto buona novella, annuncio che reca la gioia. Ebbene, Domenico era
proprio un uomo allegro: “Le
testimonianza di coloro che vissero vicino al santo ce lo descrivono come un
uomo di innata dolcezza, ricco di profonda umanità, di bontà congenita e di
carattere gioviale”. (Alfonso D’AMATO, Domenico
di Guzman. L’uomo, il santo, l’eredità)
Giordano di Sassonia,
che fu non solo un fedele figlio di Domenico ma anche un suo contemporaneo e
amico, racconta che era tale la gioia che riempiva come un vaso il cuore di
Domenico, che essa risplendeva sul suo volto così da non potere passare
inosservata. Quella luce che Sr. Cecilia vedeva sul volto del santo era la
bellezza di una gioia quando il cuore ha deciso di non frenarla più, di
crederci. Che bello pensare che colui che chiamiamo con devozione “luce della
Chiesa” fu un fuoco di gioia.
Non aveva, Domenico,
mille ragioni di essere triste considerando la situazione del suo tempo? E
proprio per il suo tempo ha versato tante lacrime. Sapeva essere serio,
raccolto nella preghiera, esigente con se stesso, fermo nel guidare l’Ordine
nascente. Eppure non nascondeva la gioia. Era in lui un segno di bontà e tutta
avvolta di tenerezza. Una gioia forte che si alimentava di preghiera,
d’incontri umani, di grandi ideali perseguiti, di fiducia nelle persone come
nel Signore… Così forte era la sua gioia che lo faceva cantare di notte mentre
camminava sulle strade cacciando dal suo cuore la paura dei nemici che spesso
stavano in agguato.
Anche noi, oggi,
possiamo alimentare la pianticella della gioia che c’è nel nostro cuore, frutto
immeritevole della risurrezione di Cristo. Possiamo nutrirla di preghiera,
d’incontri, di valori e di gesti veri e freschi come un sorriso. Impariamo
anche noi a cantare canti che seminano gioia, bontà e fiducia… Impariamo a
cantare. C’è chi illumina il mondo con la luce della sua intelligenza, o con grandi
opere di carità, con una vita santa o con il suo talento artistico… A noi tutti
è data la possibilità di illuminare le giornate degli altri con la gioia. Ci
sono mille doni d’amore nascosti nelle nostre giornate come piccole gocce di
rugiada per innaffiare la nostra gioia: il riposo della notte, il cielo
azzurro, il sorriso di un bambino, l’autista che ci ha aspettato alla fermata
dell’autobus, la tranquillità della chiesa, la forza di fare il proprio lavoro.
Quando cominciamo a vedere i gesti d’amore della Provvidenza, allora comincia a
sfiorarci, con un sorriso inaspettato sul volto, quella gioia che è capace di
vincere la tristezza e di contagiare. Sì, possiamo essere anche noi come
Domenico che era amato da tutti per la sua bontà e la sua letizia, un po’ come
papa Francesco! Non lasciamoli essere buoni da soli.
1 commento:
Ciao. L'incontro anche casuale con una persona buona e semplice che ti sorride.,. magari anche se non ti conosce può davvero cambiarti in meglio la giornata. Mi è capitato tante volte... E in quel momento capisci che la gioia che ti è appena stata donata miracolosamente si moltiplica dentro dì te e sei in grado a tua volta dì donarne un pezzettino... Ciao. Roberta.
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