Parlava soltanto o con Dio
o di Dio. Così vedevano Domenico i suoi contemporanei. Questa
testimonianza è una forma concisa di
evidenziare la sua condizione di
contemplativo, di uomo di Dio, di maestro spirituale…, titoli tutti che
convengono in forma essenziale all’essere del religioso e della religiosa.
Di giorno nessuno più vicino agli uomini, di
notte nessuno più vicino a Dio. Questa era una forma perspicace per
spiegare la dinamica interna della sua esperienza contemplativa, il movimento
di andata e ritorno che avveniva tra la sua attività apostolica e la sua forma originale d’essere
contemplativo. La contemplazione di Dio dal cuore dolorante della storia umana,
è il tratto più specifico dell’esperienza di Dio in Domenico. È la chiave della
sua spiritualità e del suo progetto fondazionale.
Contemplare
e annunciare agli altri quanto si è contemplato. Questa formula è di san
Tommaso, ma esprime perfettamente il carattere apostolico della spiritualità e
della contemplazione di Domenico. Il carisma (esperienza di Dio) e la missione
(testimonianza di questa esperienza) sono indissolubilmente unite nel progetto
fondazionale di Domenico. Domenico fonda il suo progetto di vita religiosa
sulla dimensione contemplativa e sull’esperienza di Dio. La fede radicale è
l’unico punto di appoggio di qualsiasi progetto di vita religiosa. Questa è la
cosa sostanziale. Le forme di preghiera e di contemplazione sono un elemento
importante, ma secondario. Egli si addentrò nell’esperienza di Dio lasciandosi
introdurre nel mondo della fede radicale, la sola che dia senso, corpo e
identità carismatica alla vita religiosa. Domenico si esercitò nella fede
radicale e nell’esperienza contemplativa di Dio abbeverandosi a due fonti: la tradizione ecclesiale e la propria
esperienza apostolica. La tradizione ecclesiale: fin dall’infanzia e lungo la
sua vita, Domenico mantenne continui contatti con il monachesimo e la vita
canonicale. Particolarmente significativa fu la sua permanenza nel chiostro
canonicale di Osma. Lì apprese le lezioni del silenzio contemplativo e della
preghiera ecclesiale come ambiti propizi per intensificare l’esperienza
contemplativa, la fede radicale, l’esperienza di Dio.
La sua
esperienza apostolica è l’altra fonte della sua dimensione contemplativa. A
contatto con l’umanità sofferente, si ravviva la fede di Domenico, la sua
preghiera apostolica o di intercessione e la contemplazione del mistero di Dio
e della storia umana. Questa fede radicale profondamente incarnata e questa
contemplazione che nasce dal cuore sofferente della storia umana, costituiscono
il nucleo del suo carisma e il pilastro teologale del suo progetto
fondazionale.
Il 24 maggio celebriamo la traslazione delle spoglie
mortali di San Domenico dal cimitero alla chiesa… oggi abbiamo bisogno di una
nuova traslazione spirituale del suo carisma fondazionale e profetico, per
vivere intensamente la nostra esperienza di consacrate e di inviate in una
nuova missione alla nostra umanità.
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