Dal tintore Jacopo Benincasa e da Lapa Piangenti in
Siena, Caterina nasce penultima di venticinque figli. A sedici anni è tra le
Mantellate del Terz’Ordine domenicano e fino al 1370 vive nel silenzio, nella
preghiera, nella penitenza e prodigandosi a favore dei sofferenti. Poi si apre
la grandiosa missione: mediazione di pace tra le repubbliche toscane, ardito
intervento presso il pontefice per indurlo a lasciare la sede avignonese,
vibrante operosità in favore della crociata per liberare i Luoghi Santi,
efficace riforma nella Chiesa, nell’Ordine e direzione spirituale di una
schiera di discepoli, instancabile attività per congiurare lo scisma
d’Occidente. Questa l’opera gigantesca la cui eco ancora percepiamo nel
“Dialogo” e nelle “Lettere”: ad espressioni di femminile e materna tenerezza si
intrecciano con incantevole contrasto accenti di volontà inflessibile e di
appassionante incitamento. “Pena a Me e Io penserò a te”.
Caterina nella sua vita come nella sua dottrina non
ha mai pensato che al Cristo, alla sua Sposa – la Chiesa -, ai suoi sacerdoti,
al suo rappresentante sulla terra, il papa. Ella è un magnifico e luminoso
esempio della più profonda vita mistica e della più forte vita ascetica unite
in una intuizione che forma il nucleo centrale di ambedue e il focolare di una
potente irradiazione apostolica.
Alla Santa Dio disse: “Figlia mia tu sei colei che
non è; Io sono Colui che è”. Caterina fece di questa verità fondamentale del
pensiero cattolico e umano il perno della sua vita spirituale e il motivo
perenne che ritorna nelle sue lettere: “L’anima che conosce sé medesima si
umilia, perché non vede di che insuperbire e nutre in sé il frutto dolce
dell’ardentissima carità, conoscendo in sé la smisurata bontà di Dio e
conoscendo sé non essere, ogni essere che ha retribuisce poi a Colui che è”.
Ardente di amore per Cristo crocifisso, il 1° aprile
1370 fu insignita delle stimmate, rimate invisibili.
Morta a Roma il 29 aprile 1380 è deposta a S. Maria
sopra Minerva.
Canonizzata da Pio II il 29 giungo 1461, Pio IX la
dichiarò compatrona di Roma (1866) e Pio XII patrona principale d’Italia (1939)
e delle infermiere italiane (1943).
Il 27 settembre 1970, Paolo VI dichiarava Caterina
da Siena, Dottore della Chiesa universale.
Dalla liturgia:
O vergine sposa di Cristo,
illuminata di luce profetica, infuocata di zelo apostolico, coronata di
verginità, consumata dall’incendio dell’amore divino.
Dalle “Lettere” di santa
Caterina da Siena, vergine e dottore della Chiesa
Nel nome di Gesù crocifisso e di Maria dolce.
Carissimi figlioli in Cristo dolce Gesù. IO,
Caterina, serva e schiava dei servi di Gesù Cristo, vi scrivo nel suo prezioso
sangue; desidero che siate figli obbedienti fino alla morte, a imitazione
dell’Agnello senza macchia che fu obbediente al Padre fino all’obbrobriosa
morte in croce. Egli è la via e la regola che voi, come ogni creatura, dovete
osservare: voglio che questo vi sia bel
fiso in mente. Considerate quanto il Verbo incarnato è obbediente! Non si
ritrae dalle pesanti fatiche che gli sono imposte dal Padre suo, anzi, le
desidera e le sostiene senza indugio. Lo ha rivelato nella cena del Giovedì
Santo, quando ha detto: “Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua
con voi, prima di morire”. Intendeva cioè di essere obbediente nel compiere la
volontà del Padre. Pertanto, vedendo che il tempo era quasi compiuto (fra poco
avrebbe sacrificato il suo corpo al Padre per la nostra), gode ed esulta e dice
con gioia: “Ho desiderato ardentemente” (Lc 22,15). La Pasqua che egli
intendeva era di offrire se stesso come cibo e, per obbedienza, fare al Padre
sacrificio del suo corpo. Altre volte aveva mangiato la Pasqua con i suoi
discepoli, ma mai in questo modo. O inestimabile, dolcissima e ardentissima
carità! Tu non ti curi delle tue sofferenze, né della tua terribile morte.
Il Verbo sa che il Padre lo ha scelto per avere in
sposa l’umanità, stringendo il patto con il suo sangue, per compiere in noi la
sua volontà. È nel suo Sangue che siamo santificati.
Così, figlioli miei, vi prego di non aver mai timore
confidando nel sangue di Cristo crocifisso. E non desistete per vani motivi, né
per la paura di non poter perseverare o di non riuscire a sopportare
l’obbedienza e la vita nel vostro Ordine; qualunque cosa possa accadere, non
abbiate mai timore. Eliminate da voi ogni servile paura: Rispondete alla
tiepidezza del cuore e alle illusioni del demonio con le parole del dolce e
innamorato Paolo: “Sopporta oggi, anima mia. Per mezzo di Cristo crocifisso
potrò qualunque cosa; perché, per desiderio e per amore, egli è in me e mi
conforta”. Amate, amate, amate. Su, figlioli miei! Obbedienti fino alla morte,
rivestiti di antiche virtù. Pensate che quanto più sarete umili, tanto più
sarete obbedienti: è dall’obbedienza che nasce l’umiltà e dall’umiltà
l’obbedienza; ed entrambe hanno origine nella carità ardente. La carità verrà a
voi dal costato di Cristo crocifisso, è qui che voglio che l’attingiate, qui
voglio che sia la vostra dimora. Alzatevi con ardente desiderio, entrate e
fermatevi in questa dolce dimora. Né demonio né creatura vi potrà privare della
Grazia, né impedirvi di giungere alla vostra méta, a vedere e gustare Dio. Non
aggiungo altro. rimanete nel santo dolce amore di Dio. Amatevi, l’un l’altro.
Gesù dolce, Gesù amore.
Salmo 24, 11-22
Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà
per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti.
Per il tuo nome, Signore,
perdona la mia colpa, anche se è grande.
C'è un uomo che teme il Signore?
Gli indicherà la via da scegliere.
Egli riposerà nel benessere,
la sua discendenza possederà la terra.
Il Signore si confida con chi lo teme:
gli fa conoscere la sua alleanza.
I miei occhi sono sempre rivolti al Signore,
è lui che fa uscire dalla rete il mio piede.
Volgiti a me e abbi pietà,
perché sono povero e solo.
Allarga il mio cuore angosciato,
liberami dagli affanni.
Vedi la mia povertà e la mia fatica
e perdona tutti i miei peccati.
Guarda i miei nemici: sono molti,
e mi detestano con odio violento.
Proteggimi, portami in salvo;
che io non resti deluso,
perché in te mi sono rifugiato.
Mi proteggano integrità e rettitudine,
perché in te ho sperato.
O Dio, libera Israele
da tutte le sue angosce.
Nessun commento:
Posta un commento