venerdì 18 gennaio 2013

SANTA MARGHERITA D'UNGHERIA vergine, monaca 1242-1270

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Tra le figure femminili della prima generazione domenicana che attraggono la nostra attenzione, va collocata senza dubbio Margherita d'Ungheria, figlia del re Bela IV, della dinastia degli Arpad e della regina Maria Lascaris di origine bizantina.


Nei primi decenni dopo la morte di S. Domenico, non solo i Frati pre­dicatori avevano raggiunto i posti più remoti d'Europa, ma anche l'esercito orante e contemplativo delle Monache domenicane si era diffuso ovunque.
Presso le Monache domenicane nel convento di S. Caterina, fondato a Veszprem sulle sponde del lago Balaton da pochi anni, fu portata nel 1245 Margherita che aveva appena tre anni.


Ella era stata consacrata a Dio con voto dai suoi genitori prima ancora che nascesse, in un momento assai drammatico per la storia della nazione: i Tartari, popolazione barbara e crudele, stavano occupando l'Ungheria seminando dappertutto distruzione e morte.
Il re e la regina, costretti a fuggire in Dalmazia, confidando nella misericordia di Dio, avevano promesso di donargli la creatura che stava per nascere se i Tartari si fossero allontanati.
Dopo pochi giorni da quel loro voto i barbari, quasi inspie­gabilmente, si ritirarono. La famiglia reale poté tornare in Patria dove nacque la nostra Santa.
La piccola Margherita era stata affidata al monastero delle Suore domenicane per essere allevata secondo la vita religiosa.


Margherita manifestò subito un'anima eccezionale, profondamente assetata di Dio, capace di sottoporre il suo tenero corpo alla mortificazione per ricambiare l'amore del Figlio di Dio immolato per noi sulla croce. Ella si offrì tutta al Signore e mai volse indietro lo sguardo nel suo cammino di perfezione e di santità; anzi soffrì quando capì che, come principessa, era considerata una privilegiata di fronte alle compagne, soprattutto durante le frequenti visite che le facevano i genitori.
Volle indossare il più presto possibile l'abito bianco e vivere già come una religiosa, per quanto fosse concesso alla sua età.
Si unì alle suore per tutti i lavori inerenti al culto e per quelli riguardanti le faccende domestiche del monastero.


A Veszprem rimase fin verso i dieci anni quando i suoi genitori fecero costruire un monastero che la accogliesse, insieme alle suore, nell'Isola delle Lepri, sul fiume Danubio, vicino alla città di Budapest; da quel momento l'isola si chiamò « Isola della Beata Vergine».
Margherita compiva dodici anni quando la Provincia domenicana ungherese ebbe l'onore di ospitare, nel convento di S. Nicola a Buda, il Capitolo Generale dell'Ordine e nelle mani del Maestro Generale Umberto di Romans ella emise la sua professione religiosa. Divenne in tal modo come il calice consacrato al servizio dell'altare e abbracciò con gioia la via dei consigli evangelici: povertà, obbedienza, castità.


Si considerò come una vittima espiatrice dei peccati del suo popolo e praticò in modo rigoroso le più eroiche penitenze corporali, abbracciò la povertà più completa e visse nel nascondimento e nell'obbedienza, ritenendosi la serva di tutti.
Quando il re e la regina, nelle loro visite portavano doni preziosi, ella chiedeva che tutto venisse donato ai poveri e in aiuto alle chiese.
Nonostante i voti emessi, questa principessa «sposa di Cristo» incontrò un grande ostacolo: i genitori le chiesero di accettare il matrimonio col re di Boemia, per garantire alla nazione un alleato forte; avrebbero essi stessi ottenuto la dispensa dei Voti dal Sommo Pontefice.
Grande fu il turbamento di Margherita, ma risoluta e decisa la sua risposta: «Tagliate piuttosto a pezzi il mio corpo, prima che io trasgredisca la fedeltà che ho giurato a Cristo». E per mettersi al sicuro, il 14 giugno 1261, volle ricevere il velo e pronunziare i Voti solenni davanti all'altare di S. Elisabetta, sua zia, in presenza dell'Arcivescovo e di tutta la corte, quindi depose ai piedi del Crocifisso la corona d'oro che le era stata posta sul capo.
Da quel momento ancora più struggente fu il suo desiderio di identificazione con Cristo sposo, maestro, fine supremo. 


La sua preghiera fu continua, nulla le interrompeva la sua unione con Dio benché si dedicasse ai lavori manuali più umili e sfibranti, come trasportare l'acqua in pesanti secchi, portare la legna e accendere il fuoco, scendere in cantina, attendere alla cucina, spazzare e lavare.
Non aveva nessun riguardo per se stessa, né si lamentava mai.
Serviva con particolare attenzione le sorelle ammalate, offrendo loro tutti i servizi richiesti, anche i più umilianti, e assecondando con gentilezza i loro desideri. Quando riceveva la S. Comunione (a quei tempi avveniva 15 volte l'anno) fin dalla vigilia digiunava e manteneva un rigoroso silenzio, passava la notte umiliandosi davanti a Dio e trascorreva anche il giorno successivo senza cibo e lontana da ogni conversazione.


Queste austerità sembrano a noi, oggi, quasi inconcepibili, ma provenivano dall'intenso amor di Dio che spingeva Margherita alla ricerca della completa unione spirituale con Lui e si traduceva in impetrazione per il bene della Nazione e in riparazione per i peccati del popolo.
A ventotto anni Margherita, spossata dalle penitenze e dalle fatiche, era pronta per l'ultimo sacrificio: quello della sua vita.

Morì il 18 gennaio 1270 e il suo corpo, che lei stessa aveva reso quasi disgustoso agli altri, trascurandolo in ogni modo, subito emanò un profumo soavissimo e divenne luminoso di celestiale bellezza.
Fu sepolta nel convento dell'isola davanti all'altare della Beata Vergine e ben presto molti fatti miracolosi avvennero invocando la sua protezione.

Pratica:
Margherita fu mediatrice di tranquillità e di pace fondata nella giustizia e nella carità di Cristo per tutto il mondo.

Dove trovate invidie e odio, mettete amore e pace. Pregate per la pace.

Lc. 12, 33: Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.

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