venerdì 28 giugno 2013

Misteri del dolore – SECONDO, LA FLAGELLAZIONE DI GESU’

Dopo aver fatto flagellare Gesù,
lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso.
Mt 27,26

La flagellazione era la punizione che, nel diritto penale romano, veniva inflitta come castigo concomitante la condanna a morte. Nel Vangelo di Giovanni essa appare invece come un atto posto durante l’interrogatorio, un provvedimento che il Prefetto, Ponzio Pilato, in virtù del suo potere di polizia, era autorizzato a prendere.
Era una punizione estremamente barbara; il condannato “veniva picchiato da più aguzzini fin che questi si stancavano e la carne del delinquente pendeva giù in brandelli sanguinanti”. Un autore commenta: “Il fatto che Simone il Cireneo debba portare per Gesù l’asse traversa della croce, e che Gesù muoia così presto, viene forse con ragione collegato con la tortura della flagellazione, durante la quale altri condannati già morivano”.
                                                                                   Benedetto XVI, Gesù di Nazaret 3 pag. 222-223

Il Concilio Vaticano II ci dice che Maria “non senza un disegno divino” era a Gerusalemme nei giorni della Passione di Gesù. Il Vangelo ci dice che “stava presso la croce”, ma certamente ha seguito suo Figlio fin dal suo arresto, associandosi al sacrificio di Lui. Il popolo cristiano da secoli conosce un inno che, nella versione latina, ha come titolo le parole del Vangelo: STABAT MATER (Ascolta) con cui esprime nella preghiera la partecipazione di Maria al mistero della Croce.


La Madre addolorata stava
in lacrime presso la Croce
su cui pendeva il Figlio.

E il suo animo gemente,
contristato e dolente
una spada trafiggeva.

Oh, quanto triste e afflitta
fu la benedetta
Madre dell’Unigenito!

Oh, Madre, fonte d’amore,
fammi provare lo stesso dolore
perché possa piangere con te.


Accanto alla Croce desidero stare con te,
in tua compagnia,
nel compianto.

Fa’ che io sia protetto dalla Croce,
che io sia fortificato dalla morte di Cristo,
consolato dalla grazia.

E quando il mio corpo morirà
fa’ che all’anima sia data
la gloria del Paradiso.           AMEN




Prego la “decina” del Rosario:
Padre nostro…
Ave Maria…
Gloria al Padre…


Il Sangue di Gesù, che fu sparso nella flagellazione, nell’Eucaristia inonda le nostre anime e le rende pure.
P. Giocondo Lorgna


Signore, insegnami a non giudicare e a non condannare nessuno.

Nessun commento: