Ancora una riflessione sulla fede nel Vangelo di questa
domenica, ancora un atteggiamento di Gesù che un po’ sconcerta.
Minatori colombiani |
Dieci lebbrosi,
dieci emarginati, dieci uomini o donne che non erano più considerati tali, che
non avevano più nessuna dignità, un po’ gli si avvicinano, un po’ rimangono a
distanza; urlano verso Gesù qualcosa che normalmente andrebbe sussurrato: “Abbi
pietà di noi!”. Non di me soltanto, ma di noi: la sofferenza, l’umiliazione ci
hanno reso “noi”, fratelli o sorelle aldilà delle nostre provenienze, delle
nostre scelte, dei nostri pensieri. E Gesù non si avvicina, come ha fatto in
altre occasioni, non li tocca, non li prende per mano, sembra quasi non
interessarsi di loro, ma li rimanda a qualcun altro. “Andate..”
In realtà, li rimette in cammino. “Andate.. fidatevi di
me..”. E’ il cammino che anche Lui sta facendo (“Lungo il cammino verso
Gerusalemme..”), un cammino dove anche Gesù si incontrerà con la sofferenza e
la morte, ma lungo il quale si può essere guariti, si può sperimentare la gioia
e il desiderio di lodare Dio per le meraviglie che compie in noi e per noi, si
può continuamente “ritornare” a Dio per ringraziarlo, per divenire discepoli
(prostrarsi ai piedi di Gesù).
Anche a un Samaritano, lo straniero per eccellenza, il
diverso, l’impuro disprezzato dal pio israelita sicuro di essere nel giusto, il
pagano non credente.. anche a lui Dio dona di camminare fidandosi e a lui Gesù
assicura “la tua fede ti ha salvato!”.
E’ il riconoscere i segni della presenza di Dio nella tua
vita, riconoscere l’amore di Dio, che guarisce le ferite del tuo cuore: la tua
fede, la tua risposta fatta di fiducia, di gratitudine per quanto ti è stato
dato, d’amore pronto a mettersi al seguito di Gesù… tutto questo porta con sé
la salvezza.
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