Marco
da Modena, nato a Moncogno nella prima metà del XV secolo dalla nobile famiglia
degli Scalabrini, va annoverato tra i grandi predicatori che sorsero tra i
Domenicani in quel secolo. Prese l'abito religioso nella sua città natale.
Avendo ricevuto dai Superiori l’incarico di predicare grazie alla sua cultura e
sapienza, viaggiò in molte parti di Italia convertendo con la sua parola molte
persone. Pesaro lo accolse per molti anni (nei documenti vi è traccia dal 1481
al 1493), nel vecchio convento dei Domenicani, che lo ebbe come Priore di
grande prudenza e carità, tanto che molti, ritenendolo già santo, ricorrevano a
lui.
Una volta una donna si gettò ai suoi piedi supplicandolo di richiamare
alla vita il suo bimbo appena morto. Padre Marco si raccolse in preghiera e poi
rispose alla donna di non desiderare che il figlio tornasse in vita, perché non
sarebbe vissuto molto, incontrando una morte penosa. Poiché la madre insisteva,
con l'intercessione del Padre, ottenne da Dio quanto essa chiedeva, ma come le
era stato predetto da Marco, il fanciullo giunto all'età di quattordici anni
morì di peste.
Morì a Pesaro il 21 settembre 1498, come ricordava una lapide in
lingua latina collocata nella ex chiesa di San Domenico della città, nella
cappella del Rosario, dove il Beato fu sepolto nel 1510, dopo che, in un primo
momento, era stato gettato nella fossa comune dei Domenicani.
Dopo la
soppressione del Convento di San Domenico le reliquie di fra Marco furono
traslate nella chiesa di San Francesco e poi nella cappella di San Terenzio in
Cattedrale, ove rimasero fino alla restituzione alla sua terra d’origine che ne
aveva fatto insistente richiesta. Il Beato Papa Pio IX il 10 settembre 1857 ne
ha confermato il culto.
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