Noi facciamo memoria della Pasqua di
Cristo e la viviamo oggi con lui. Fare
memoria della Pasqua di Gesù, che prende su di sé la violenza del mondo per
condurla alle sorgenti dell’amore, c’impegna nello stesso movimento perché
regnino la vita e l’amore.
Continuando
ad approfondire la Preghiera Eucaristica, P. Claverie si sofferma sul racconto
dell’istituzione dell’Eucaristia: dopo l’invocazione allo Spirito Santo e
attraverso l’offerta della nostra fede, si è costituita la Chiesa che compie
ora il memoriale di Gesù.
“Il memoriale non è solamente la pia
rievocazione della presenza e dell'azione di Gesù Cristo, vissuto duemila anni
fa (..). Già nell'Antico Testamento, quando gli ebrei fanno memoria dell'uscita dall'Egitto (..), hanno coscienza di «viverlo oggi». Essi
lo rappresentano ogni anno perché gli atti di Dio non sono per un giorno, ma
sono contemporanei di ogni istante della vita degli uomini. Dio non fa la tale
cosa per non pensarci più in seguito: egli è
ciò che fa; egli fa ciò che è ed
egli è oggi. Ha salvato perché è Salvatore per sempre, presente alla sua
creazione oggi come da sempre, con la sua volontà di salvezza che è in atto e che abbiamo chiamata amore”.
Quando l’uomo si avvicina a Dio,
partecipa perciò a tutta la storia di salvezza: la passione e la risurrezione
di Gesù, avvenute in un dato momento storico, sono la manifestazione della
volontà salvifica di Dio da tutta l’eternità, il segno che in Lui oggi e sempre
la morte e la schiavitù sono definitivamente abolite.
“(Gesù)Vuole trascinare
la morte nel mondo della vita, nel regno di
Dio, dove essa non avrà più potere: egli la prende su di sé, la ‘intrappola’
per poterla meglio annientare; si lega ad
essa volontariamente, «prendendo su di sé il peccato del mondo».. Si può dire che Gesù si abbandona lui
stesso alla morte, che si fa vittima innocente
non della collera di Dio ma della cecità degli uomini, che hanno
consegnato se stessi al potere della morte. Egli muore sia per aprire loro gli
occhi sia per manifestare che intende vincere la morte mediante l'amore,
trascinandola nel Regno dell’amore.”
Ed
è quello che ha vissuto giorno dopo giorno: tutta la vita di Gesù, abitata
dalla potenza dell’amore, che crea e libera, è stata una continua vittoria
dell’amore sulla morte; è per amore che “libera” e guarisce gli ammalati, che
ridona dignità e pace a chi era disprezzato..
“E, sempre per mezzo
dell’amore, egli libera i credenti dal potere dei riti e della Legge religiosa («E’ la misericordia che io voglio e non i sacrifici», «Il sabato è fatto per l'uomo
e non l'uomo per il sabato») assumendo un atteggiamento nuovo di fronte ai farisei e agli scribi. E il potere
dell’amore gli deriva dalla sua fiducia
totale nel Padre e dal suo abbandono interiore alla sua volontà. Egli è
totalmente donato al Padre, donato agli altri: è «morto a se stesso», non ha
desiderio né ambizione per sé, è già «offerto in sacrificio» perché offre continuamente
la propria vita.”
Ma
questo non toglie a Gesù la sofferenza fisica e la sofferenza morale di essere
“solo” negli ultimi istanti della sua vita: dovrà vivere l’estremo
“sradicamento”, affidarsi davvero e completamente all’amore del Padre,
rinunciando alla tentazione di “contare sui suoi” per “abbandonarsi a mani nude e rovesciare così il potere con l'arma della
debolezza, la violenza con la dolcezza, l'odio con il perdono, il disprezzo
con la misericordia...”.
Spesso
anche noi oggi ci troviamo nella stessa situazione e fatichiamo a credere “che la potenza
dello Spirito d'amore sia veramente la sola feconda; che l'Amore con la sua
apparente debolezza sia veramente una forza
di vita; che il Padre di Gesù Cristo meriti la nostra totale fiducia e il nostro abbandono senza riserve
alla sua parola; che Gesù Cristo sia veramente l'Uomo nuovo e che seguirlo sia
entrare nella vita eterna.”
Fare
memoria della Pasqua di Gesù è per noi riprendere continuamente il cammino
dell’Amore, offrire anche noi, in una Pasqua quotidiana, la nostra vita perché
diventi «sacramento di liberazione per i nostri
fratelli».
“Perché la Pasqua si compie nella nostra vita
quotidiana com’essa era nel cuore della vita quotidiana di Gesù, con la sua
lotta contro la tentazione messianica, il doloroso distacco da se stesso, il
suo atto di fiducia nei confronti del Padre
e la sua maniera di sovvertire il mondo con l'onnipotenza dell'Amore. Il
passaggio che noi siamo chiamati a compiere, lo facciamo con il mondo che ci
circonda e al quale siamo legati da mille vincoli. Sacramento di liberazione e di riconciliazione possiamo
diventarlo solo se accettiamo di donare la nostra vita alla sequela di Gesù
Cristo.”
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