S.
Domenico, per anni, ha predicato nella solitudine. Era solo perché non aveva
più con lui i suoi compagni dei primi anni. Era solo perché sembrava essere
rimasto l’unico a credere nella forza del dialogo con gli eretici. Intorno a
lui, sulle stesse strade, gli inquisitori iniziavano la loro azione
disciplinaria. Cosa poteva annunciare in un tale clima di paura e sfiducia? Che
cosa il predicatore può ancora dire al mondo quando la Chiesa sembra sbagliare
strada? Non si sa cosa S. Domenico abbia pensato dell’inquisizione. Sappiamo
solo che ha continuato il suo umile lavoro di predicazione.
Quando, poi,
si trovò circondato di amici che volevano condividere la sua passione per il
Vangelo, non si preoccupò d’insegnare loro cosa dire. Non rovesciò le leggi
ecclesiali inviando le sue figlie a predicare, come gli uomini. Voleva fare di tutti dei predicatori, però.
Allora, inventò la Santa Predicazione. Sì la comunità è la Santa Predicazione, la prima cosa che si deve predicare perché: “Da questo tutti sapranno che siete miei
discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri”. (Giovanni 13,35).
La comunità
non è il numero limite di persone da amare. E’ l’esperienza di amare gli altri
che non ho scelto, giorno dopo giorno. Questo, non si fa con belle parole: lo
si vive, e soltanto con la grazia. Così è la predicazione!
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