giovedì 7 marzo 2013

Citazioni e la lettera al Santo Padre

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Alcune citazioni significative e aneddoti

Ho sempre percepito che il Signore mi riservava qualcosa che avrei potuto trovare soltanto nel Carmelo….
In gran pace varcai la soglia.

So di essere sostenuta e qui sta tutta la mia tranquillità e sicurezza - non la sicurezza consapevole dell'uomo che sta con le proprie forze su un terreno sicuro, ma la dolce e beata sicurezza del bambino sorretto da un braccio forte - che in pratica è una sicurezza non meno ragionevole. Sarebbe forse ragionevole quel bambino che vivesse nella paura che la mamma lo lasci cadere?
Se Dio mi dice attraverso i profeti di essere un Dio fedele, di essere per me come padre e madre, addirittura che egli è l'Amore stesso, allora devo ammettere che la mia fiducia nel braccio che mi sostiene è ragionevole e che, al contrario, è stolta la mia paura di cadere nel nulla, a meno che non sia io stessa a staccarmi dal braccio che mi protegge
Non mi è mai piaciuto pensare che la misericordia di Dio si fermi ai confini della Chiesa visibile. Dio è verità. Chi cerca la verità cerca Dio, che lo sappia o no.
(dalle Lettere)

Per amare dobbiamo essere persone. Ma sembra che in noi, l'essere persona e amare non coincidano. In ogni caso, non siamo il nostro amore. Il nostro amore è forse il nostro essere più essenziale. Ma tra noi, amare ed essere non coincidono semplicemente. Dio invece è l'amore. In lui questo non è "una parte della sua essenza", perché la sua essenza non ha parti. Quando Dio dona se stesso, è il suo amore che si dona, e dunque l'amore stesso è una persona. Poiché Dio per amare non può essere una persona unica, è chiaro che l'essenza dell'amore è andare verso un'altra persona.
(Il segreto della croce).

L'uomo è chiamato a vivere nel suo intimo, prendendo in mano la regia di tutto se stesso, per quanto è possibile operando da questo punto. Soltanto prendendo le mosse da qui è attuabile poi l'esatto confronto con il mondo: soltanto movendo da qui l'uomo può trovare nel mondo il posto assegnatogli. Malgrado tutto questo, l'uomo non esplora mai integralmente il suo intimo. E' un segreto di Dio, un segreto che unicamente Lui può rivelare nella misura che gli piace.
(Scientia crucis).

Ogni anima umana è creata da Dio, ognuna riceve da lui un'impronta che la distingue da tutte le altre; e questa individualità è per l'educazione un valore che deve venir sviluppato, come la propria umanità e la propria femminilità.
Nei caratteri particolari, inoltre, è già designata una vocazione e la corrispondente attività futura. Perciò lo sviluppo di queste caratteristiche individuali deve venir assunto come fine dell'educazione delle ragazze
(La donna: il suo compito secondo la natura e la grazia).

Più si fa buio attorno a noi e più dobbiamo aprire il cuore alla luce che viene dall'alto.
(Edith Stein)

Il cammino della fede ci porta più lontano di quello della conoscenza filosofica: ci porta al Dio personale e vicino, a Colui che è tutto amore e misericordia, a una certezza che nessuna conoscenza naturale può dare.
L'importante è disporre di un angolo tranquillo in cui quotidianamente incontrarci con Dio, come se davvero non esistesse nient'altro: giungere insomma a rivedere in tutto e per tutto noi stessi e considerare le forze con cui dobbiamo più particolarmente lavorare, come uno strumento, come qualcosa di cui non siamo noi a servirci, ma Dio in noi.

Bisogna seguire il Cristo sul cammino che Lui stesso ha scelto: il cammino pasquale. Il dono della vita, il dono dell'amore, fatti a coloro che sono nello smarrimento e nell'ombra della morte, costituiscono l'opera affidata ai discepoli, alla Chiesa.
Chi fa la volontà di Dio impara a conosce lo spirito di Dio, la vita di Dio, l'amore di Dio.
A quel tempo accadde che osservò come una popolana, con la cesta della spesa, entrò nel Duomo di Francoforte e si soffermò per una breve preghiera. " Ciò fu per me qualcosa di completamente nuovo. Nelle sinagoghe e nelle chiese protestanti, che ho frequentato, i credenti si recano alle funzioni. Qui però entrò una persona nella chiesa deserta, come se si recasse ad un intimo
colloquio. Non ho mai potuto dimenticare l'accaduto ". Nelle ultime pagine della sua tesi di laurea scrisse: " Ci sono stati degli individui che in seguito ad un'improvvisa mutazione della loro personalità hanno creduto di incontrare la misericordia divina"

I Reinach si erano convertiti alla fede evangelica. Edith aveva una certa ritrosia rispetto all'incontro con la giovane vedova. Con molto stupore incontrò una credente. " Questo è stato il mio primo incontro con la croce e con la forza divina che trasmette ai suoi portatori ... Fu il momento in cui la mia irreligiosità crollò e Cristo rifulse ". Più tardi scriverà: " Ciò che non era nei miei piani era nei piani di Dio. In me prende vita la profonda convinzione che-visto dal lato di Dio - non esiste il caso; tutta la mia vita, fino ai minimi particolari, è già tracciata nei piani della provvidenza divina e davanti agli occhi assolutamente veggenti di Dio presenta una correlazione perfettamente compiuta".
Il l° gennaio del 1922 Edith Stein si fece battezzare. Era il giorno della Circoncisione di Gesù, l'accoglienza di Gesù nella stirpe di Abramo. Edith Stein stava eretta davanti alla fonte battesimale, vestita con il bianco manto nuziale di Hedwig Conrad-Martius che funse da madrina. "Avevo cessato di praticare la mia religione ebraica e mi sentivo nuovamente ebrea solo dopo il mio ritorno a Dio". Ora sarà sempre cosciente, non solo intellettualmente ma anche tangibilmente, di appartenere alla stirpe di Cristo. Alla festa della Candelora, anche questo un giorno la cui origine risale al Vecchio Testamento, venne cresimata dal Vescovo di Spira nella sua cappella privata.
Dopo la conversione, per prima cosa si recò a Breslavia. "Mamma, sono cattolica". Ambedue piansero. Hedwig CornradMartius scrisse: "Vedi, due israelite e nessuna è insincera" (confr. Giovanni 1, 47).

" Durante il periodo immediatamente prima e anche per molto tempo dopo la mia conversione ... credevo che condurre una vita religiosa significasse rinunciare a tutte le cose terrene e vivere solo nel pensiero di Dio. Gradualmente però mi sono resa conto che questo mondo richiede ben altro da noi ... io credo persino: più uno si sente attirato da Dio e più deve "uscire da se stesso", nel senso di rivolgersi al mondo per portare ivi una divina ragione di vivere ".

Unire scienza e fede e portare alla comprensione d'altri quest'unione. In tutta la sua vita vuole solo essere " strumento di Dio ". " Chi viene da me desidero condurlo a Lui ".
Nel 1933 1a notte scende sulla Germania. " Avevo già sentito prima delle severe misure contro gli ebrei. Ma ora cominciai improvvisamente a capire che Dio aveva posto ancora una volta pesantemente la Sua mano sul Suo popolo e che il destino di questo popolo era anche il mio destino". L'articolo di legge sulla stirpe ariana dei nazisti rese impossibile la continuazione dell'attività d'insegnante. " Se qui non posso continuare, in Germania non ci sono più possibilità per me ". " Ero divenuta una straniera nel mondo ".
"Non l'attività umana ci può aiutare ma solamente la passione di Cristo.Il mio desiderio è quello di parteciparvi".


L'ultimo giorno che trascorse a casa sua fu il 12 ottobre, il giorno del suo compleanno e contemporaneamente la festività ebraica dei tabernacoli. Edith accompagna la madre nella sinagoga. Per le due donne non fu una giornata facile. " Perché l'hai conosciuta (la fede cristiana)? Non voglio dire nulla contro di Lui. Sarà anche stato un uomo buono. Ma perché s'è fatto Dio?". La madre piange. Il mattino dopo Edith prende il treno per Colonia. " Non poteva subentrare una gioia impetuosa. Quello che lasciavo dietro di me era troppo terribile. Ma io ero calmissima - nel porto della volontà di Dio ". Ogni settimana scriverà poi una lettera alla madre. Non riceverà risposte. La sorella Rosa le manderà notizie da casa.


Il 14 ottobre Edith Stein entra nel monastero delle Carmelitane di Colonia. Nel 1934, il 14 aprile, la cerimonia della sua vestizione. L'Arciabate di Beuron celebrò la messa. Da quel momento Edith Stein porterà il nome di Suor Teresa Benedetta della Croce. Nel 1938 scrive: " Sotto la Croce capii il destino del popolo di Dio che allora (1933) cominciava ad annunciarsi. Pensavo che capissero che si trattava della Croce di Cristo, che dovevano accettarla a nome di tutti gli altri. Certo, oggi comprendo di più su queste cose, che cosa significa essere sposa del Signore sotto il segno della Croce. Certo, non sarà mai possibile di comprendere tutto questo, poiché è un segreto ". Il 21 aprile del 1935 fece i voti temporali. Il 14 settembre del 1936, al tempo del rinnovo dei voti, muore la madre a Breslavia. " Fino all'ultimo momento mia madre è rimasta fedele alla sua 
religione. Ma poiché la sua fede e la sua ferma fiducia nel suo Dio ... fu l'ultima cosa che rimase viva nella sua agonia, ho fiducia che ha trovato un giudice molto clemente e che ora è la mia più fedele assistente, in modo che anch'io possa arrivare alla meta".
Sull'immagine devozionale della sua professione perpetua dei voti, il 21 aprile del 1938, fa stampare le parole di San Giovanni della Croce al quale lei dedicherà la sua ultima opera: " La mia unica professione sarà d'ora in poi l'amore".

L'entrata di Edith Stein nel convento delle Carmelitane non è stata una fuga. " Chi entra nel Carmelo non è perduto per i suoi, ma in effetti ancora più vicino; questo poiché è la nostra professione di rendere conto a Dio per tutti ". Soprattutto rese conto a Dio per il suo popolo. " Devo continuamente pensare alla regina Ester che venne sottratta al suo popolo per renderne conto davanti al re. Io sono una piccola e debole Ester ma il Re che mi ha eletto è infinitamente grande e misericordioso.

Questa è una grande consolazione" (31-10-1938).


Il giorno 9 novembre 1938 l'odio portato dai nazisti verso gli ebrei viene palesato a tutto il mondo. Le sinagoghe bruciano. Il terrore viene sparso fra la gente ebrea. Madre Priora delle Carmelitane di Colonia fa tutto il possibile per portare Suor Teresa Benedetta della Croce all'estero. Nella notte di capodanno del 1938 attraversa il confine dei Paesi Bassi e viene portata nel monastero delle Carmelitane di Echt, in Olanda. In quel luogo stila il 9 giugno 1939 il suo testamento: " Già ora accetto con gioia, in completa sottomissione e secondo la Sua santissima volontà, la morte che Iddio mi ha destinato. Io prego il Signore che accetti la mia vita e la mia morte ... in modo che il Signore venga riconosciuto dai Suoi e che il Suo regno venga in tutta la sua magnificenza per la salvezza della Germania e la pace del mondo... ".
Già nel monastero delle Carmelitane di Colonia a Edith Stein era stato concesso il permesso di dedicarsi alle opere scientifiche. Fra l'altro scrisse in quel luogo "Dalla vita di una famiglia ebrea". " Desidero semplicemente raccontare che cosa ho sperimentato ad essere ebrea ". Nei confronti " della gioventù che oggi viene educata già dall'età più tenera ad odiare gli ebrei ... noi, che siamo statì educati nella comunità ebraica, abbiamo il dovere di rendere testimonianza ".


Nel 1941 scrisse ad una religiosa con cui aveva rapporti d'amicizia: " Una scientia crucis (la scienza della croce) può essere appresa solo se si sente tutto il peso della croce. Dì ciò ero convinta già dal primo attimo e di tutto cuore ho pronunciato: Ave, Crux, Spes unica (ti saluto, Croce, nostra unica speranza) ".
" Che gli esseri umani potessero arrivare ad essere così, non l'ho mai saputo e che le mie sorelle e i miei fratelli dovessero soffrire così, anche questo non l'ho veramente saputo ... in ogni ora prego per loro. Che oda Dio la mia preghiera? Con certezza però ode i loro lamenti ". Il prof. Jan Nota, a lei legato, scriverà più tardi. " Per me lei è, in un mondo di negazione di Dio, una testimone della presenza di Dio ".


La responsabilità di somigliare a Dio: "Se Dio ha creato l'uomo a sua immagine, il dovere di ogni uomo è diventare simile a lui."

 

Perché la Chiesa non taccia, lettera al Santo Padre

Padre Santo,
figlia del popolo ebraico, che per grazia di Dio è da undici anni figlia della Chiesa cattolica, ardisco esprimere al padre della cristianità ciò che preoccupa milioni di tedeschi. Da settimane siamo spettatori, in Germania, di avvenimenti che comportano un totale disprezzo della giustizia e dell'umanità, per non parlare dell'amore del prossimo. Per anni i capi del nazionalsocialismo hanno predicato l'odio contro gli ebrei. Ora che hanno ottenuto il potere e hanno armato i loro seguaci - tra i quali ci sono dei noti elementi criminali - raccolgono il frutto dell'odio seminato. Le defezioni dal partito che detiene il governo fino a poco tempo fa venivano ammesse, ma è impossibile farsi un'idea sul numero in quanto l'opinione pubblica è imbavagliata. Da ciò che posso giudicare io, in base a miei rapporti personali, non si tratta affatto di casi isolati. Sotto la pressione di voci provenienti dall'estero sono passati a metodi più "miti" e hanno dato l'ordine "che a nessun ebreo venga torto un capello". Questo boicottaggio - che nega alle persone la possibilità di svolgere attività economiche, la dignità di cittadini e la patria - ha indotto molti al suicidio: solo nel mio private sono venuta a conoscenza di ben 5 casi. Sono convinta che si tratti di un fenomeno generale che provocherà molte altre vittime. Si può ritenere che gli infelici non avessero abbastanza forza morale per sopportare il loro destino. Ma se la responsabilità in gran parte ricade su coloro che li hanno spinti a tale gesto, essa ricade anche su coloro che tacciono. Tutto ciò che è accaduto e ciò che accade quotidianamente viene da un governo che si definisce "cristiano". Non solo gli ebrei ma anche migliaia di fedeli cattolici della Germania - e, ritengo, di tutto il mondo - da settimane aspettano e sperano che la Chiesa di Cristo faccia udire la sua voce contro tale abuso del nome di Cristo. L'idolatria della razza e del potere dello Stato, con la quale la radio martella quotidianamente la masse, non è un'aperta eresia? Questa guerra di sterminio contro il sangue ebraico non è un oltraggio alla santissima umanità del nostro Salvatore, della beatissima Vergine e degli Apostoli? Non è in assoluto contrasto con il comportamento del nostro Signore e Redentore, che anche sulla croce pregava per i Suoi persecutori? E non è una macchia nera nella cronaca di questo Anno Santo, che sarebbe dovuto diventare l'anno della pace e della riconciliazione?
Noi tutti, che guardiamo all'attuale situazione tedesca come figli fedeli della Chiesa, temiamo il peggio per l'immagine mondiale della Chiesa stessa, se il silenzio si prolunga ulteriormente. Siamo anche convinti che questo silenzio non può alla lunga ottenere la pace dall'attuale governo tedesco. La guerra contro il Cattolicesimo si svolge in sordina e con sistemi meno brutali che contro il Giudaismo, ma non meno sistematicamente. Non passerà molto tempo perché nessun cattolico possa più avere un impiego a meno che non si sottometta senza condizioni al nuovo corso.

Ai piedi di Vostra Santità,
chiedendo la benedizione apostolica,
Dott.ssa Edith Stein
12 aprile 1933
Collegium Marianum di Münster

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