martedì 12 marzo 2013

Il volto di Dio Padre "ricco di misericordia"


“la parabola del padre prodigo nella misericordia e nel perdono” (Luca 15, 11-32)

Il brano evangelico fa parte di un susseguirsi di tre parabole della misericordia, con un preambolo che ci fa contemplare “tutti i pubblicani e i peccatori” che si avvicinano a Gesù per ascoltarlo. Luca sembra dare importanza a questo atteggiamento di ascolto, riflessione, rientrare in se stessi, meditare e serbare la Parola nel proprio cuore. Quale posto occupa l’ascolto contemplativo della Parola di Dio nella nostra vita quotidiana?
Luca sottolinea un’immagine di Dio misericordioso, già rivelata nell’Antico Testamento, ma che sembra sia stata trascurata dagli scribi e i farisei che sottolineavano l’immagine di Dio “che castiga la colpa dei padri nei figli”. Alla misericordia del padre che si commuove, si contrappone l’atteggiamento severo del figlio maggiore, che non accetta suo fratello come tale, ma nel dialogo con il padre, lo definisce: “questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute”. Qui si intravede l’atteggiamento degli scribi e dei farisei che “mormoravano: ‹‹Costui riceve i peccatori e mangia con loro››”. Loro non si mescolano con i “peccatori” considerati immondi, ma si distanziano da loro. L’atteggiamento di Gesù è diverso, è scandaloso ai loro occhi. La mormorazione degli scribi e farisei impedisce l’ascolto della Parola.
La parabola dice che il figlio più giovane “era ancora lontano” di casa, ma il Padre lo vede, gli corre incontro e lo riempie di baci. L’impressione che ci è data è che il Padre rimase tutto il tempo alla finestra per vedere spuntare il figlio dietro l’angolo! Secondo la nostra maniera umana di sentire e di pensare, l’allegria del Padre sembra esagerata. Non lascia nemmeno finire al figlio di dire le parole che ha in bocca. Nessuno ascolta! Il Padre non vuole che il figlio sia suo schiavo. Vuole che sia figlio! Questa è la grande Buona Novella che Gesù ci porta! Tunica nuova, sandali nuovi, anello al dito, vitello, festa! Nell’immensa gioia dell’incontro, Gesù lascia trasparire com’era grande la tristezza del Padre per la perdita del figlio e la sua immensa gioia per ritrovarlo con vita! È una gioia condivisa con tutti nella festa che fa preparare.

Il processo di conversione, o meglio di maturazione interiore verso il padre, era ben lungi dall'essere compiuto, infatti, "era ancora lontano". Ma a Dio non interessa che l'uomo sia pienamente convertito, né gli importa sentire parole di conversione. Per Dio è importante cogliere nell'uomo almeno un accenno di pentimento, al resto pensa lui. Non è l'uomo, infatti, che si salva con il suo pentimento, ma Dio compie la sua salvezza. L'importante è che l'uomo si renda disponibile. Basta poco!
La misericordia e la compassione sono uno dei tratti più caratteristici della vita di San Domenico. Misericordioso è, infatti, colui che prende su di sé il bisogno di ogni uomo. E San Domenico, fin dai primi anni della sua vita, coltiva la dolcezza e l’affabilità divenendo un canale che riversa la cura amorosa di Dio, Padre di misericordia, su ogni uomo. A Palencia egli vende i suoi libri, patrimonio inestimabile, per salvare dalla fame i suoi fratelli. In un’altra occasione egli non esita a dare la propria vita per riscattare un uomo caduto nelle mani dei Saraceni.
San Domenico contempla il volto del Padre e lì trova un disegno originario, uno straordinario progetto d’Amore voluto da Dio per tutta l’umanità. Lui, che si sente e si sa figlio del Padre ricco di misericordia, voleva questo dono di salvezza per ogni uomo, perché divorato dalla “passione” d’amore che il Padre ha per ogni creatura. E risponde a questo progetto di salvezza con il suo “eccomi”, con il suo continuo contemplare le meraviglie che il Padre compie nella propria esistenza di figlio e con tutto se stesso, davvero felice, corre instancabile ad annunciare ad ogni uomo la verità di una sola Parola: Dio è Amore.

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