sabato 2 marzo 2013

SALVE REGINA

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Meditiamo oggi la preghiera alla Madonna con la quale normalmente il popolo cristiano conclude il Rosario. E’ anche una delle “antifone” proposte nella Liturgia delle Ore per concludere la preghiera di Compieta, al termine della giornata.


Nell’Ordine Domenicano, fin dal sec. XIII, tale preghiera viene cantata processionalmente e comprende anche l’aspersione con l’acqua benedetta mentre si cantano le parole latine: “eia ergo, advocata nostra, illos tuos misericordes oculos ad nos converte”.


Ave Maria… Salve Regina!

(ascolta Salve Regina O.P.)


Due saluti del popolo cristiano a colei che è riconosciuta come madre del Figlio “Dio e Uomo”, il Signore Gesù, e madre di tutti noi.
Seguono parole di lode e venerazione, di speranza, ma anche di umile riconoscimento della nostra povertà di peccatori. E’ significativo che la quasi totalità delle preghiere a Maria conservi la forma al plurale, come ci ha insegnato Gesù nel Padre Nostro. E’ un richiamo a sentirci tutti fratelli, nella comune situazione umana e nella fede.
Nella Salve Regina l’invocazione alla Vergine Maria presenta l’aspetto faticoso della vita con una originale immagine: siamo in “una valle di lacrime”.
Verso la conclusione della preghiera siamo invitati a dire: “mostraci, dopo questo esilio, Gesù”. Mostrare Gesù è la missione di Maria. Lo dicono anche le icone greche chiamate “Odighitria” dove è raffigurata Maria che con una mano sorregge Gesù, con l’altra lo indica a noi perché è Lui la Via, la Verità e la Vita.


In uno dei brevi commenti di Giovanni Paolo II prima dell’Angelus domenicale, il Papa diceva: “O Maria, mostraci Gesù, ma non solo dopo questo esilio, anche adesso!” perché abbiamo tanto bisogno di Lui, di conoscerlo, di ascoltarlo!

Salve, Regina, madre di misericordia,
vita, dolcezza e speranza nostra, salve.
A te ricorriamo, esuli figli di Eva;
a te sospiriamo, gementi e piangenti
in questa valle di lacrime.
Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi.
E mostraci, dopo questo esilio, Gesù,
il frutto benedetto del tuo seno.
O clemente, o pia, o dolce vergine Maria.

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